Amministrazione comunale bipolare o indirizzi politici differenti


Oggi, lunedì 29 marzo 2021, apprendiamo dal sito del Comune di Reggio Calabria che il sindaco Falcomatà ha conferito le deleghe ai suoi consiglieri comunali per operare su ambiti specifici del territorio.

Fin qui nulla di strano, se non fosse per il fatto che tra le deleghe conferite si può leggere quella attribuita al consigliere Marcantonio Malara riguardo la materia “Decentramento, Ripristino delle Circoscrizioni, Piani strategici di quartiere”.

Non ce ne voglia il consigliere Malara destinatario della delega, che non conosciamo e probabilmente è una brava persona, ma va sottolineato che proprio venerdì 26 marzo, ossia un giorno lavorativo prima, gli attivisti del MITI Unione del Sud insieme ad una delegazione della Rete dei Comitati di quartiere, hanno svolto un incontro con il Presidente del Consiglio Comunale, Vincenzo Marra e con il Vice-Sindaco, Antonino Perna, dove tra le materie in agenda, si è trattato appunto la partecipazione all’azione amministrativa ed il ruolo dei Comitati di quartiere, emergendo tutt’altro indirizzo politico-amministrativo.

Lo stesso Vice-Sindaco Perna ha espresso chiaramente la propria contrarietà al ripristino delle circoscrizioni politiche (in quanto gli uffici amministrativi sono rimasti sempre attivi o quantomeno formalmente).

Non possiamo che condividere tale contrarietà e lo abbiamo perorato sin da quando, circa tre anni or sono, si è avviata una campagna di informazione sul territorio di Reggio Calabria per informare i cittadini in merito alla figura dei Comitati di quartiere, previsti all’articolo 8 del TUEL, quali LIBERE FORMAZIONI SOCIALI, che devono partecipare alla gestione delle risorse pubbliche.

Non a caso le ex circoscrizioni politiche, nella maggior parte dei casi funzionali solo a scambi di favori e agli interessi delle segreterie di partito, furono abolite in quanto rappresentavano più dei centri di costo che di benefici per la collettività.

L’articolo 17 del TUEL, al comma 3, prevede infatti solo la facoltà per i Comuni con popolazione tra i 100.000 e i 250.000 abitanti di articolare il territorio in circoscrizioni e che in ogni caso la popolazione media delle circoscrizioni non può essere inferiore a 30.000 abitanti.

Ne consegue che laddove si volessero ripristinare le ex circoscrizioni politiche nel Comune di Reggio Calabria, che registra una popolazione di circa 180 mila abitanti, non si potrebbero in ogni caso istituire più di 6 macro-aree. Rimarrebbe quindi un distacco tra rappresentanti politici ed esigenze degli abitanti dei vari quartieri e frazioni.

Qual è pertanto lo scopo di questa volontà del sindaco di Reggio Calabria (e di una opposizione compiacente) nel rispolverare vecchi carrozzoni politici?

Non sarebbe meglio attuare i nuovi istituti di partecipazione popolare previsti dalle vigenti normative e che consentono a tutti i cittadini, senza tessera di partito, la partecipazione indiscriminata alla gestione delle risorse pubbliche?

Ricordiamo infatti che, oltre al principio cardine previsto all’articolo 8 del Testo Unico degli Enti Locali, riconoscere in un Regolamento comunale la figura dei Comitati di quartiere, invece che quella delle ex circoscrizioni politiche, rispetterebbe anche altro principio cardine che la pubblica amministrazione deve osservare, ossia quello contenuto all’articolo 1 del DLgs n 33 del 2013 e s.m.i., sulla trasparenza nell’azione amministrativa, dove è previsto che :

La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.

In ragione di ciò, non si riscontra alcun fine utile alla collettività ed alle regole di buona amministrazione nel ripristinare degli strumenti elettorali che alimenterebbero sul territorio meccanismi di cooptazione, divisioni tra cittadini, competizioni e prevaricazioni, fino a possibili casi di brogli, come le recenti cronache giudiziarie hanno testimoniato.

Il momento storico in cui viviamo, soprattutto nel territorio di Reggio Calabria, impone invece una gestione amministrativa del territorio condivisa con tutti i cittadini, una gestione che dia il senso di unità e aggregazione, ma soprattutto che faccia capire agli abitanti dei vari quartieri che casa propria non finisce sulla porta dell’abitazione.

Lasciamo quindi da parte ogni strategia politica tesa a stillare nelle persone l’individualismo e il concetto di chiedere come favore quello che spetta invece come un diritto.

Auspichiamo infine che vengano mantenuti gli impegni sul tavolo periodico di programmazione, con cadenza mensile, tra Amministrazione comunale e comitati di quartiere, con partenza il 27 aprile ma soprattutto ci auguriamo che gli impegni e le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale e del Vice Sindaco siano state autentiche e che riusciranno a riportare sulla corretta via il Sindaco Falcomatà, visto che la nostra città non si può più permettere di subire altri errori amministrativi.

In rappresentanza degli attivisti del MITI Unione del Sud, Fabio Putortì

 

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